La proposta vuole trovare una risposta unitaria ed organica ai diversi ambiti, attraverso un disegno che si basa sulla reinterpretazione del paesaggio “padano”, connotato dall’equilibrio tra campi coltivati, reti idriche e manufatti di natura agricola come le cascine, queste ultime caratterizzate da importanti coperture e delicati equilibri tra interno ed esterno e tra spazi relazionali e ambiti operativi.
Un paesaggio lombardo ritrovato, basato sul dialogo tra la componente naturale e quella artificiale, dove l’acqua è l’elemento qualificante e attivo, che muove dal parco della Lambretta, conquista il Palazzo di Cristallo coinvolgendolo, per giungere fino alla piazza della torre, dove l’elemento esistente, memoria di un recente glorioso passato, dialoga con la grande copertura dell’edificio.
L’edificio è impostato attraverso un’unica soluzione compositiva, legando il nuovo volume in maniera profonda al progetto del parco, in cui la “Magnifica” si (im) pone come quinta teatrale conclusiva e come suggestivo incipit del viaggio esplorativo all’interno del “magnifico” mondo del Teatro della Scala.
La torre dell’acqua, diviene elemento cardine di questo nuovo senario, di un nuovo spazio pubblico sul quale si affacciano gli accessi.
Per l’ampliamento del parco della Lambretta si immagina una serie di campiture Nord-Sud realizzate dall’alternanza di aree alberate e campi aperti si prefigge di scandire, misurare e fondersi con il paesaggio circostante.
Un’alternanza di pieni e vuoti che trova corridoi ambientali e visuali prospettiche ad ampio raggio, come nel caso del campo fiorito o nel caso di sistemi più densi ed ombrosi, all’interno della cui massa trovano spazio piccole radure sportive e aree per agricoltura urbana.
Una proposta di ricucitura complessiva, che coinvolge le aree a ridosso del cavalcavia dove vengono introdotti piccoli padiglioni che potranno essere destinati ad attività di varia natura associativa e sportiva e che saranno dotati anche di importanti sistemi pergolati capaci di mitigare l’impatto visivo del cavalcavia soprastante e assorbire per quanto possibile l’inquinamento acustico prodotto dallo stesso.
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